Cinema
Cinema, forma d'arte moderna, nata alla fine del XIX secolo, chiamata anche la settima_arte. Le pellicole cinematografiche - vale a dire i film - vengono proiettate in apposite sale dette appunto cinematografiche o cinematografi, per lo più teatri, adattati ad ospitare uno schermo al posto del palco e un proiettore in fondo alla sala; oggi, visto il numero e la specializzazione in generi del cinema, la tendenza è di riunire più sale cinematografiche di varia capienza in una sola struttura creata appositamente, i cinema multisala o più semplicemente multisale.=Storia=
Il cinema nasce nel 1895 grazie all'inventiva dei fratelli Louis e August Lumière, i quali mostrarono per la prima volta al pubblico del Gran Cafè del Boulevard des Capucines a Parigi, il 28 dicembre 1895, la loro invenzione: un apparecchio brevettato chiamato cinèmatographe. Tale apparecchio era in grado di proiettare su uno schermo bianco una sequenza di immagini distinte, impresse su una pellicola stampata con un processo fotografico, in modo da creare l'effetto del movimento. Essi intuirono subito il potenziale di questo strumento come mezzo per fare spettacolo, ma sfortunatamente furono costretti a cedere i diritti della loro invenzione a Charles Pathè nel 1900. Partendo dalla Francia il cinematografo si diffuse immediatamente in Europa e poi nel resto del mondo.
I primi film proiettati con il sistema del cinematografo erano poco più che dimostrazioni, scene di vita quotidiana filmate e proiettate per meravigliare il pubblico attonito. Tuttavia le enormi potenzialità del mezzo come intrattenimento di massa non tardarono ad essere meglio sfruttate: i primi a intuire le sue reali capacità furono Georges Meliés in francia, a buon diritto il padre del cinema fantastico, e l'americano David W. Griffith il cui Nascita di una Nazione del 1915 è il primo vero film in senso moderno e rappresenta il culmine del cosiddetto cinema delle origini.
Con i primi grandi successi del cinema muto fu presto chiaro che la produzione di film poteva essere un affare favoloso, tale da giustificare anche l'investimento di forti somme: un film che ha successo ripaga di molte volte i costi per crearlo e distribuirlo. D'altra parte sono soldi buttati se non incontra i gusti del pubblico. Quando fu chiaro ai produttori che la gente si affezionava agli attori che vedeva sullo schermo, da una parte favorirono questo attaccamento promuovendo pubblicamente gli artisti che avevano dimostrato di piacere agli spettatori, per renderli ancora più popolari, e dall'altra iniziarono a pagare loro una parte consistente di questi profitti pur di ingaggiarli anche per i film successivi: gli attori cinematografici di successo iniziarono a guadagnare cifre inaudite e nacquero così i primi divi, le prime star. Gli editori radiofonici e giornalistici dal canto loro furono ben felici di poter attingere ad argomenti nuovi e di sicuro interesse per i loro lettori: il processo si alimentò da solo e diede inizio all'insieme di attività di promozione detto star system, che non veicolò soltanto i singoli artisti ma anche il loro elevato tenore di vita.
Il fatto che un attore cinematografico non dovesse avere (in apparenza) altre doti che piacere al pubblico, e che la nascente industria cinematografica cercasse costantemente nuovi attori e pagasse loro delle vere fortune (ma solo a chi sfondava), e la fama enorme di cui godevano che poteva arrivare all'idolatria (uno su tutti: Rodolfo Valentino) rese il mestiere di attore del cinema un sogno, un miraggio che catturò la fantasia delle masse: tutti volevano diventare attori.
La possibilità di sincronizzare dei suoni alle immagini, per aumentare il grado di coinvolgimento del pubblico e il senso di realismo, era allo studio fin dal 1920: ma per avere il primo film sonoro, Il cantante di jazz, si dovette aspettare il 1927. La tecnica venne perfezionata ulteriormente nel 1930, creando due nuove attività , il doppiaggio e la sonorizzazione, e provocando un terremoto nel mondo del cinema. Fino ad allora infatti la maggior parte degli attori venivano dal teatro, e anche quelli che non avevano esperienza teatrale mutuavano il loro modo di recitare dai colleghi "professionisti", di cui copiavano la tecnica.
Per capire l'impatto dell'avvento del sonoro bisogna tenere presente che la tecnica di recitazione teatrale è studiata per permettere a tutti gli spettatori, anche a quelli molto lontani dal palco, di capire chiaramente le azioni, le emozioni e gli stati d'animo dei personaggi rappresentati. Per ottenere questo, tutti i gesti e le espressioni sono enfatiche, ampie, molto caricate: nei film invece, dove la macchina da presa è a pochi metri dall'attore e addirittura spesso ne inquadra solo il volto (primo piano), una gestualità tanto esagerata è superflua. Nei film muti questo non era un vero problema perchè permetteva di sopperire alla mancanza di suono; ma con il sonoro e l'effetto della musica che sottolinea le emozioni e le situazioni, il modo di recitare teatrale classico diventava innaturale e perfino ridicolo. Molti grandi attori del cinema muto non seppero adattarsi e scomparirono dagli schermi tornando al teatro o ritirandosi a vita privata: quasi tutti oggi sono stati dimenticati.
Dal 1917 in poi si impone il concetto di film come racconto, come romanzo visivo: lo spettatore viene portato al centro del film e vi partecipa con l'immaginazione, esattamente nello stesso modo in cui leggendo un libro si ricostruiscono con l'immaginazione tutti i dettagli non scritti delle vicende narrate. E come nella narrativa, iniziano a emergere anche nel cinema dei generi ben precisi: l'avventura, il giallo, la commedia ecc., tutti con delle regole stilistiche ben precise da seguire. Questo salto qualitativo è reso possibile dall'evolversi delle tecniche del montaggio, che con il montaggio alternato, il montaggio analitico e quello contiguo permettono di saltare da una scena all'altra e da un punto di vista all'altro senza che il pubblico resti disorientato dal cambio di inquadratura, rendendo quindi le storie molto più avvincenti e diminuendo i momenti di pausa narrativa in cui non succede nulla di interessante, ma senza introdurre salti troppo bruschi fra le scene: il cinema americano capisce subito quanto siano importanti la dinamicità e la rapidità , e già verso la fine degli anni '30 un film americano contiene in media 600-700 inquadrature, circa il triplo della media di venti anni prima.
Verso il 1960 il mondo del cinema attraversa un periodo di crisi: negli Stati Uniti subisce sia la concorrenza della televisione sia il ricambio generazionale, con i giovani che imponevano ai vecchi generi dei nuovi requisiti stilistici. Queste nuove richieste faticarono ad essere ascoltate dalle case di produzione, ancorate ad un sistema di generi consolidato che fino ad allora aveva dato buoni frutti, e per questo iniziarono ad emergere film girati da nuovi registi indipendenti, come Francois Truffaut con il suo Quattrocento colpi, Alain Resnais con Hiroshima mon amour e Jean Luc Godard, che trovarono nel neonato Festival di Cannes un punto di incontro e di discussione. Fuori dagli schemi imposti dalle grandi case cinematografiche, girati con pochi mezzi ma con grande conoscenza del mezzo cinematografico, questi film si rifacevano ad alcune esperienze di avanguardia del periodo classico come il neorealismo italiano, Sergej M. Ejzenstejn e Orson Welles: in quelle opere erano già state sperimentate gran parte delle tecniche narrative di cui il nuovo cinema (soprattutto europeo) si stava ora servendo.
La differenza più grande fra il cinema classico, soprattutto americano, e il nuovo cinema moderno è che il film classico americano è pensato e realizzato affinchè lo spettatore "viva" la storia in modo continuo, immedesimandosi completamente e perdendo in parte la consapevolezza di stare guardando un film, con un montaggio accurato e il più possibile "indolore"; nel cinema moderno invece lo spettatore non deve "annullarsi" mai nella storia, ma essere sempre presente e conservare un certo distacco, deve interpretare quel che vede ed elaborarlo: c'è la volontà di far capire che si sta guardando una costruzione, una finzione. A questo scopo il montaggio è a bella posta discontinuo, sincopato, a volte NON taglia i tempi morti della storia, che dal canto suo tralascia alcune spiegazioni causali di quel che accade; può capitare che gli attori guardino direttamente nell'obiettivo della cinepresa, cosa vietatissima nel cinema classico (Pulp Ficton di Quentin Tarantino ne costituisce un calzante esempio)
=Fasi della creazione di un film=
I film dai primi anni del 1900 sono diventati un prodotto industriale, ed artistico allo stesso tempo.
Questa bivalenza ha portato da una parte ad avere film che mobilitano una macchina produttiva molto elaboratae costosa. Dall'altra ad avere dei film che prescindendo dall'aspetto industriale, sono meramente delle opere d'arte, o meglio oggetti artigianali.
Breve scritto (solitamente la lunghezza di un soggetto va dalle 10 alle 15 cartelle) che narra la trama del film, fornendo in modo succinto un'idea dei tempi, dei luoghi, dei personaggi. Precede la sceneggiatura e ne è la bozza.
È la descrizione dettagliata di ciò che dovrà essere il film, scena per scena, dialogo per dialogo compresa la descrizione di tutti i luoghi e gli oggetti presenti nell'inquadratura.
Il film nella fase delle riprese viene "girato" su un supporto di pellicola negativa, esattamente come un rullino fotografico viene usato per le immagini riprese da una macchina fotografica. Una volta terminate le riprese giornaliere il materiale viene consegnato ad un laboratorio dove viene sviluppato. Dopo questa fase si passa, utilizzando un macchina che si chiama videoanalizer, a dare le luci al negativo. Questo avviene di concerto con il direttore della fotografia, unico responsabile di questo processo. Attraverso una macchina che legge le indicazioni date in precedenza si arriva allo sviluppo del positivo che é l'immagine che poi tutti gli spettatori vedranno al cinema.
=Il linguaggio del cinema=
Di fronte a una scena o ad un'azione, lo sceneggiatore prima e il regista poi devono decidere che cosa mettere in risalto, a che cosa dare importanza. In pratica questo vuol dire scegliere cosa inquadrare (il soggetto della scena) e da dove (l'inquadratura propriamente detta). È importante anche l'angolo di ripresa, cioè se la scena viene inquadrata dall'alto o dal basso, perchè imprime un taglio particolare alla ripresa: riprendere la scena da una posizione più elevata (anche non di molto) dà allo spettatore una sensazione di superiorità , e viceversa. Inoltre, la vicinanza della macchina da presa influisce direttamente sulla carica emotiva della scena: inquadrando il volto di un attore, lo spettatore viene coinvolto molto di più che se la cinepresa inquadrasse tutta la stanza insieme a lui.
A seconda di cosa riprende e con che dettaglio l'inquadratura viene chiamata "campo" o "piano"; si parla di campo quando i soggetti (persone, ma a volte animali o oggetti di particolare rilievo) non sono gli elementi più importanti dell'immagine, ma solo una parte di essa o addirittura non vi compaiono affatto. Invece si parla di piano quando una persona (o comunque un soggetto particolare) è senza dubbio l'elemento principale dell'immagine. Vediamoli in ordine di "distanza", per così dire:
Praticamente ritrae un paesaggio (ma NON è una panoramica, vedi sotto): solo sfondo, niente in vista se non il panorama.
Come sopra, ma con la differenza che ora è visibile un soggetto in lontananza che si nota rispetto al resto dello sfondo: una persona, un animale specifico, un particolare edificio, un albero isolato o comunque un punto che risalta e cattura l'attenzione.
Ora il paesaggio si è ristretto e resta inquadrata una zona specifica: una piazza, un gruppo di edifici o un incrocio: le persone, se presenti, sono ben visibili ma ancora non si riconoscono bene.
Un solo edificio, o un angolo di una via o di una piazza: le persone si possono riconoscere senza difficoltà .
Stringendo ancora di più l'inquadratura (avvicinando la cinepresa) su una persona particolare questa diventa la protagonista dell'immagine, e l'inquadratura diventa un piano.
Nella carrellata la cinepresa si sposta fisicamente compiendo un percorso prestabilito, in genere con un carrello su rotaie (dolly) per tenere ferma la macchina da presa o con l'operatore che si muove a piedi reggendo la steadycam. Altre volte invece si usa una gru, manovrata dagli attrezzisti, che muove una piattaforma con la macchina da presa.
Nella panoramica, la macchina da presa resta ferma e si limita a girare sul proprio asse. Spesso si usa in combinazione con una zoomata, partendo da un particolare per poi allargare dolcemente e finire in panoramica pura, o viceversa dalla panoramica stringere su un dettaglio; si può anche usare per inseguire un soggetto in movimento(panoramica a seguire).
=Tecnologie del cinema=
Il modo di ideare, creare e proiettare un film è cambiato molto poco dalla seconda guerra mondiale in poi: le novità maggiori sono state per lo più invisibili agli spettatori ed hanno riguardato le attrezzature di ripresa, le macchine, gli obiettivi e i proiettori.
Le innovazioni più sostanziali e spettacolari si hanno nel campo degli effetti speciali, prima con l'utilizzo di sistemi meccanici sempre più complessi mascherati da maestri del trucco (come l'italiano Carlo Rambaldi e l'americano Rick Baker), ne sono un esempio gli effetti speciali di King Kong (1976), Alien (1979) , E.T. (1982). In seguito l'avvento della computer graphic rivoluziona gli effetti speciali nel cinema: con il film Jurassic Park di Steven Spielberg l'Industrial Ligths & Magic di George Lucas stupisce il mondo, mostrando veri dinosauri alle prese con gli attori in carne e ossa. I kolossal con migliaia di comparse non hanno più senso di esistere, infatti grazie al computer si dimezzano i costi di produzione e si realizzano sogni celluloidi mai tentati prima. A volte a scapito di ispirazione e fantasia.
È un carrello con un braccio mobile che regge una piattaforma su cui stanno la cinepresa, l'operatore e gli assistenti, che permette di effettuare carrellate e movimenti di macchina di ogni genere: può essere libero o montato su dei binari.
È un sistema di contrappesi legato al corpo dell'operatore a cui va assicurata la cinepresa o la telecamera, che serve a smorzare le oscillazioni e i movimenti della macchina da presa stesso mentre l'operatore cammina o corre.
Le giraffe sono delle specie di piccole gru che sorreggono i microfoni per la presa delle voci degli attori in scena. Si usano per tenere il microfono sopra gli attori, il più vicino possibile a loro ma senza farlo vedere nell'inquadratura: qualche volta però capita che l'addetto alla giraffa sbagli e dia origine al cosiddetto blooper, cioè il microfono che fa capolino per un attimo dall'alto dello schermo. Normalmente però il pubblico, preso dallo spettacolo, non si accorge di questo piccolo difetto tecnico del film.
Negli anni '50 l'avvento della televisione e la crisi del cinema spinsero le case cinematografiche a sperimentare nuovi formati della pellicola di proiezione, per ottenere uno spettacolo ancora più coinvolgente e riconquistare gli spettatori: da questi esperimenti nacquero in pochi anni una serie di formati di proiezione diversi, di cui però oggi sopravvivono soltanto il CinemaScope e (in una piccola nicchia) il Todd-AO da 70 millimetri.
Formati di proiezione (con pellicola 35mm):
Venne adottato quasi subito, tramite un accordo internazionale di standardizzazione nel 1907, ed aveva un rapporto larghezza-altezza di 4:3, come lo schermo televisivo odierno, ed è stata la base per tutti gli altri formati, che ereditano le sue caratteristiche principali introducendo solo poche variazioni: si usa ancora oggi, e anzi è il formato di proiezione standard usato da tutti i proiettori professionali del pianeta.
Questo formato fu creato da Michael Todd, uno dei soci del consorzio che aveva creato il cinerama, per eliminare alcuni dei suoi difetti: il fotogramma Todd-AO era largo 70 mm e la sua altezza corpiva cinque fori di trascinamento anzichè solo quattro: in questo modo una pellicola Todd-AO offriva una immagine più brillante e nitida sia rispetto alla normale pellicola 35mm sia al CinemaScope, ma costringeva ad usare un costoso proiettore speciale, fuori standard. Le immagini nei fotogrammi sono per forza di cose schiacciate: vengono riportate alle proporzioni normali dall'obiettivo del proiettore 70mm, che è dotato di una lente anamorfica apposita. Inoltre il 70mm proietta una immagine più larga rispetto a quella del 35mm (rapporto 2,21:1), che viene percepita come più naturale e gradevole, e facilita il coinvolgimento del pubblico.
Quasi del tutto simile al formato standard 35mm, i film in CinemaScope sfruttano la banda di separazione di 3mm per ottenere fotogrammi leggermente più alti e quindi con maggiore superficie utile, per gli stessi scopi del 70mm di cui mantiene il miglior rapporto larghezza/altezza. Qualitativamente, l'immagine del cinemascope resta al disotto quella del 70mm, però ha il grosso vantaggio di poter essere proiettato con il normale proiettore per il 35mm, cambiando solo l'obiettivo normale con uno anamorfico.
Macchina per creare effetti speciali utilizzata fino a metà degli anni '80. In particolare permetteva la sostituzione del fondo, attraverso una sorta di contemporanea Chroma Key. Con l'avvento della computer graphic è rapidamente scomparsa.
=Elenchi=
Il cinema classico
Il cinema moderno
Il cinema contemporaneo
Preproduzione
Soggetto originale
Adattamento da opera originale
Reperimento dei fondi per la realizzazione
Trattamento
Sceneggiatura
Story board
Spoglio della sceneggiatura
Produzione
Sopralluoghi
Relizzazione dei costumi, delle scenografie, dei trucchi
Ripresa
Sviluppo pellicola e stampa giornalieri
Postproduzione
Montaggio della scena
Montaggio del suono
Internazionali
Doppiaggio
Rumorista
Musiche
Missaggio
Stampa del film
Stampa della colonna suono
Colonna sonora mono
Colonna sonora stereofonica
Colonna del suono digitale
Stampa prima copia
Dare le luci
Internegativo
Interpositivo
Stampa per la distribuzione
Inquadrature
Campi e piani
Campo lunghissimo
Campo lungo
Campo totale
Campo medio
Piani
Carrellate
Un altro genere di carrellata è la carrellata ottica, cioè la zoommata: la cinepresa resta ferma ma l'operatore "allunga" la focale dell'obiettivo, avvicinando il soggetto. È un movimento meno naturale, che si usa poco nel cinema e molto di più negli studi televisivi.Panoramiche
Non è un movimento naturale per l'occhio umano, che invece tende piuttosto a esplorare un paesaggio muovendosi a scatti da un punto interessante ad un altro: per questo è usata con moderazione.Dissolvenze
Le macchine
Ciak
È uno dei mezzi tipici e più caratteristici del cinema: la famosa tavoletta su cui sono riportati tutti i dati della scena in fase di ripresa, dotata di una asticella mobile che produce un rumore caratteristico. Serve per creare nella pellicola girata un breve spezzone di fotogrammi con i dati della scena per il montatore, che il usa per sincronizzare il film in fase di montaggio.
Dolly
Steadycam
Giraffe
I supporti
La tecnologia di base per la produzione e proiezione delle pellicole cinematografiche si consolidò molto rapidamente: dopotutto si trattava solo di proiettare in rapida successione dei negativi fotografici. Il materiale adatto, la celluloide, era già in uso per le normali pellicole negative e si trattò solo di scegliere un formato più adatto al particolare scopo e ai vari produttori non interessava competere da un punto di vista tecnico. Quindi si formò quasi subito un consenso generale sulla nascita di un formato standard per le pellicole, che fu sancito da un accordo internazionale del 1907. In seguito vennero introdotte migliorie, nuovi formati, il colore e anche la registrazione sonora, ma la striscia di pellicola che passa oggi attraverso il proiettore è sostanzialmente fatta dello stesso materiale e nello stesso modo di quelle dei film di cent'anni fa.
Formati di pellicola:
35 millimetri
Il formato dei fotogrammi è di 35x24mm, sono impressi in successione su una pellicola di celluloide con un intervallo non inciso fra un fotogramma e l'altro di 3mm; la pellicola è munita ai lati di due bande perforate con 4 fori per fotogramma, che forniscono la presa al meccanismo di trascinamento del proiettore, che consiste in una serie di rulli dentati. La pellicola viene proiettata ad una velocità costante di 24 fotogrammi al secondo, e un metro lineare di pellicola contiene 52 fotogrammi: la pellicola di un normale film di un'ora e mezzo è lunga più di 2,5 Km.Todd-AO
Ha conosciuto un breve periodo di fama ma non si è mai veramente diffuso, per via del costo delle apparecchiature necessarie per proiettarlo e per stampare pellicole in tale formato: sono molto poche oggi le sale cinematografiche attrezzate per proiezioni in 70mm.CinemaScope
Il sonoro
Il sistema Dolby
Il Dolby Surround
Il colore
Il Technicolor
Gli effetti
Truka
Effetti speciali
Vedi anche: